Ma Internet ha bisogno di guide?
da
Sette (settimanale del Corriere della sera)
n.38 del 2000
p.85, estratto dall'articolo
"Ma Internet ha bisogno di guide",
di Sergio Luciano *
Ho cercato in Internet materiale su La guerra nel golfo attraverso quattro importanti motori di ricerca. Il più celebre mi ha sparato fuori "173 risultati". Ho lanciato un "Hurrah!", poi ho guardato meglio: il primo file recitava "Uranio impoverito nella armi utilizzate nella guerra del Kosovo". Ho preferito ritentare con un motore di ricerca italiano: unico titolo catalogato, "Trieste e i castelli". Ho fatto appello a una guida dalla dantesca affidabilità, e ho trovato, buon per me, 8140 pagine sul tema (!), la sesta delle quali riparlava di uranio e di Kosovo.
Ho spento il pc. Sono andato in biblioteca.
Microcronache di questo genere hanno indotto un economista utilmente prestato al giornalismo, Geminello Alvi, a definire Internet "un bibliotecario ubriaco". E tale è davvero la Rete. E' una sconfinata biblioteca di "contenuti" (appellativo peraltro ambiguo, che pone sullo stesso piano il meteo e gli editoriali, i messaggi sms e le notizie dell'ultima ora) ma in essa regna un demone perverso e inaffidabile, che di solito consegna ai lettori libri diversi da quelli che hanno chiesto.
* partner di e.Biscom
da Beppe Severgnini a Sergio Luciano
La discussione aperta da Beppe Severgnini (nel numero 36 di Sette) sul ruolo dei giornalisti nell'era digitale è molto interessante..
Severgnini sostiene fin dal titolo che i veri giornalisti sono (ormai) i lettori, che hanno ora uno spirito critico molto superiore a quello di qualche anno fa (anche perchè hanno un mezzo di informazione migliore, che è internet:-);
i giornalisti stanno perdendo il ruolo che credevano di avere (come ammette lo stesso Severgnini) tempo fa, di guide della (o alla) informazione e quindi stanno perdendo potere e credibilità;
e probablimente non ne sono molto contenti..
il ruolo di "guida" rimane comunque tuttora molto marcato, e consiste nel potere che hanno nell'influenzare l'opinione pubblica in qualsiasi campo, dalla religione all'economia, dalla bioetica alla giustizia, ecc..
l'affidabilità delle informazioni diverrà un problema sempre più importante all'aumentare della quantità di informazioni presenti su internet e quindi dei punti di vista "personali"..
un testo fondamentale e chiarificatore su quest'argomento è Lasciate che i bimbi.., di Luther Blisset, che racconta dettagliatemente quali sono i "metodi" di raccolta delle informazioni dei media;
Internet "un bibliotecario ubriaco" ?
L'articolo di Sergio Luciano presenta invece un problema diverso (e assolutamente inesistente): l'impossibilità (o difficoltà) a trovare quello che si sta cercando..
l'esempio riportato, in realtá, dimostra soltanto la sua incapacità ad usare un motore di ricerca (e la nota finale, che lo definisce "partner di e.Biscom", con la speranza forse di presentarlo come fonte affidabile e qualificata, fa soltanto una cattiva pubblicità ad e.Biscom, oltre che a lui);
senza contare che, paragonare internet a un bibliotecario è come paragonare un computer a un word-processor ..
non è ben chiaro se la storia raccontata sia vera o se serva soltanto a gettare cattiva luce su internet a favore della stampa tradizionale (o delle biblioteche)..
comunque, una semplice ricerca su altavista (il 2 ottobre 2000) ha dato i seguenti risultati, che contengono in effetti link a documenti non del tutto pertinenti, ma non parlano, tanto per cominciare, del Kosovo..
cliccando qui potete rifare la stessa ricerca e ottenere i risultati aggiornati..
Quindi (conclusioni)
certamente il ruolo del giornalista dovrà presto cambiare, sarà necessaria secondo me
- un'estrema specializzazione, unica garanzia di competenza e affidabilità delle notizie;
- una grande capacità di ricerca e selezione delle sorgenti di informazione;
- una migliore capacità di sintesi e schematizzazione (ad es. anche grafica, il che comporta sicuramente una diversa preparazione al giornalismo);
Sergio Luciano sostiene che "internet ha bisogno di guide", ma lui stesso dice poi di aver "fatto appello a una guida dalla dantesca affidabilità", riferendosi ad un motore di ricerca, senza rendersi conto però che le due cose coincidono..
le guide che lui propone esistono già e si chiamano altavista, yahoo, google ecc..(basta saperle usare:-).
Forse internet ha bisogno soprattutto di una cosa: del silenzio dei giornalisti..