che rapporto c'è fra DNA, individuo e mente?
Sono rimasto colpito dalle considerazioni che fai sul tuo sito a proposito della natura dell'embrione, in particolare dell'embrione umano. Tanto da ritenere, per un momento, che tu volessi dare alla MENTE una connotazione diversa dalla concezione meccanicistica che possiamo ricavare dalla fisica, dalla chimica e dall'etologia (per il primate homo sapiens definiamola meglio psicologia) come mi sarei aspettato. In effetti sembra che tu dia al concetto di MENTE una connotazione trascendentale il meccanicistico concetto di "evoluzione" inteso come susseguirsi di fasi biologiche, tra loro concatenate e susseguenti: fecondazione, maturazione, decadimento, morte. Ho temuto per un secondo, della veridicità della tua a(alfa privativo)religiosità. Poi ho iniziato a ragionare e, ripresomi dallo choc psichico, ho attribuito questo tuo pensiero ad un accanimento anti-cristiano. Ma non comprendo bene cosa tu intenda per MENTE, quasi che tu voglia riconnettere al concetto di MENTE un qualcosa che trascenda la materialità della sostanza biologica. Un quid (per i cristiani sarebbe lo "spirito santo", per te potrebbe essere anche una materialissima altra cosa) che, improvvisamente, interviene nel naturale processo di maturazione organica e psichica di un organismo biologico e lo definisce come INDIVIDUO dotato di MENTE, come se immediatamente prima ne fosse privo. Non ho potuto fare a meno di esprimerti la mia opinione anche in ragione del fatto che ritengo questo argomento interessantissimo, non solo per quanto attiene lo specifico della clonazione, ma anche per tutte le implicazioni attinenti la natura dell'UMANITA'.
Scusa se ti inopportuno e ti inondo ancora di "chiacchiere" subito dopo la precedente tracimazione logorroica, ma non sono riuscito a trattenermi.
Vorrai perdonarmi le discettazioni "dottrinali" in campo biologico, ma mi servono ad inquadrare i concetti in ambito prettamente scientifico, prima che morale o filosofico. Con questi voglio farti capire come secondo me sia tutto un divenire senza soluzioni di continuità, una evoluzione continua dalla cellula procariotica (batterio) alla MENTE umana.
Il DNA presente nelle cellule germinali in forma diploide, attraverso la riduzione gametica (nei metazoi superiori) che avviene nella fase di gametogenesi, si riduce in forma aploide nei goni. Dopo la fecondazione, col processo della cariogamia si forma uno zigote o sincarion: i corredi cromosomici aploidi provenienti dal gamete maschile e dal gamete femminile si uniscono riformando un corredo cromosomico diploide. Dalla formazione dello zigote inizia un processo di ontogenesi (sviluppo embrionale e postembrionale): dal primo processo mitotico (formazione di un nucleo di segmentazione e formazione di due blastomeri; successivi processi mitotici sino alla produzione di x2 blastomeri - fase di divisione dello zigote in più cellule), alla morula, alla blastula, alla gastrula e alla formazione dei foglietti germinativi (ectoderma, mesoderma, entoderma) da cui deriveranno tutti gli organi (determinazione embrionale). La sintesi delle proteine specifiche, che determinano la differenziazione dei vari territori embrionali e la formazione dei vari tipi di tessuti, si compie nel citoplasma in risposta ad informazioni che esso riceve continuamente dai geni nucleari (DNA). Già nella formazione dei primi blastomeri si osserva una differenziazione degli stessi ad opera della diversa natura del RNA messaggero sintetizzato dai cromosomi, via via più evidente nelle successive fasi di sviluppo embrionale. Dal momento di formazione dei primi abbozzi di organi, non appena questi iniziano a differenziarsi sufficientemente ed ad organizzarsi autonomamamente, interviene una coordinazione dei processi morfogenetici regolata principalmente da azioni ormonali, principale responsabile dello sviluppo postembrionale.
Ciascun organismo animale o vegetale costituisce un INDIVIDUO, cioè una distinta unità, che non può essere suddivisa senza perdere le sue caratteristiche. L'organismo può essere suddiviso in organi o cellule, anch'essi unità ma di ordine diverso e con caratteristiche ed attività differenti. Può essere aggregato in unità d'ordine superiore (colonie o società animali), anche queste con attività e aspetti differenti. Ma ciascun organismo (uni- o pluricellulare) costituisce un singolo distinto INDIVIDUO, dotato di un corpo morfologicamente definito e di una propria autonomia funzionale. Tutto il mondo vivente è dunque costituito da individui, che possono essere tra loro simili oppure differire in modo evidente. La morfologia,l a fisiologia, il comportamento di ogni singolo organismo INDIVIDUO sono regolate dal corredo cromosomico, dal genoma di ogni organismo, ovvero dal suo DNA.
Le attività psichiche dei metazoi superiori sono dovute (in estrema sintesi) a reazioni elettro-chimiche che avvengono a livello del tessuto nervoso periferico e centrale. Vista, udito, tatto, gusto, odorato derivano dalla capacità di organi recettori di trasmettere l'informazione sino al sistema nervoso centrale, il quale elabora ed immagazzina l'informazione ricevuta. La ricezione dello stimolo, la trasmissione, l'elaborazione, compresa la "memoria", avvengono tramite reazioni elettro-chimiche a livello cellulare o intracellulare.
Io ritengo che il "pensiero" altro non sia che la ricezione immediata di stimoli sensoriali esterni, l'elaborazione e la memorizzazione delle informazioni ricevute, il successivo utilizzo e/o la rielaborazione delle stesse. Quando per la prima volta osserviamo, tocchiamo, annusiamo un oggetto, (caldo o freddo, liquido o gassoso, giallo o blu eccetera) ed elaboriamo le informazioni ricevute (pericoloso o benefico, attraente o scostante, edibile o velenoso, doloroso o piacevole eccetera), un certo numero dei nostri neuroni viene ad essere modificato (a livello di biochimica cellulare) in modo tale da permettere all'encefalo di fornirci "memoria" dell'oggetto (pensiero meccanico). Identico è il meccanismo quando invece di un oggetto, l'ambiente circostante ci propone uno stimolo non materiale. La capacità di elaborare pensieri non attinenti all'immanenza dell'oggetto, dei concetti astratti (bello o brutto, buono o cattivo, utile o inutile, lecito o illecito, eccetera) è propria dell'uomo e costituisce il "pensiero ideale", o se vogliamo la MENTE. Ma anche questo altro non è se non il risultato dell'alterazione biochimica di un certo numero di neuroni.
E' il DNA in forma diploide, quindi, che permette la formazione del "pensiero", l'esistenza della MENTE. E il corredo cromosomico che permette al neurone di liberare neuroricettori e neurotrasmettitori sinaptici, di creare diversi tipi di RNA e quindi immagazzinare nel citoplasma elementi biochimici diversi, tanto da permetterci di memorizzare ed elaborare in seguito le informazioni ricevute. E il DNA in forma diploide è presente già nello zigote, subito dopo la fecondazione dei gameti.
A meno che non si voglia accettare la teoria che il "pensiero" non sia solo un fenomeno di natura biochimica, meccanicistica, ma l'inflato di una entità necessariamente superiore in quanto svincolata dalle meccaniche leggi della fisica e chimica terrestre (un qualsiasi DIO), si deve convenire che esso è potenzialmente presente sin dal momento della formazione della piastra cromosomica diploide: l'organismo è POTENZIALMENTE COMPIUTO SIN DALLA FORMAZIONE DELLO ZIGOTE. L'INDIVIDUO (lepidottero, aracnide, procionide, canide, primato o ominide che sia) INIZIA A MATURARE immediatamente dopo la fecondazione. E con la formazione del tessuto nervoso di origine ectodermica, degli organi sensoriali, degli organi neurovegetativi, inizia la PSICOGENESI dell'individuo. Già prima della nascita l'embrione nascituro ascolta, ha la capacità di osservare cambiamenti di luce ambientale, percepisce segnali tattili dal corpo materno, inizia a memorizzare sensazioni trasmessegli da stimoli esterni ed interni, inizia a PENSARE (anche se si tratta solo di un pensiero meccanico). Solo con il successivo sviluppo postembrionale del tessuto nervoso, con l'accumularsi di "memoria" su oggetti e fatti, inizia la fase del "pensiero ideale", la capacità di analisi, sintesi, astrazione. Qualunque sia il momento temporale del sorgere del "pensiero ideale" (a tre mesi dal concepimento, ad un giorno di vita o all'età di sei o diciotto o più anni) è l'accumulo di "memorie" che lo determina, che crea la MENTE dell'individuo. Le esperienze vissute, il contatto con l'ambiente circostante, le relazioni che intraprenderà con gli altri individui, lo indurranno a ritenere bello il giallo e brutto il blu o viceversa. Ma il giallo e il blu saranno sempre e solo delle molecole biochimiche contenute nei suoi neuroni, alla cui formazione ha presieduto il DNA zigotico. Anche la MENTE, quindi, è POTENZIALMENTE CONTENUTA NEL GENOMA ZIGOTICO da cui inizia a svilupparsi. Orbene, possiamo considerare uno zigote come un INDIVIDUO POTENZIALMENTE COMPIUTO, come una POTENZIALE MENTE che ha appena iniziato il suo sviluppo? Ritengo che si debba per scienza, e solo per scienza, rispondere positivamente a questo quesito.
Qualora si ponga come discriminante che la MENTE non debba essere il solo "pensiero meccanico" ma sia tale con l'insorgere del "pensiero ideale", se ne deduca per logica, e solo per logica, che se può moralmente essere lecita la soppressione di una NON-MENTE (dotata solo di "pensiero meccanico"), tale annichilimento è moralmente lecito sia nella fase di zigote, o morula, o gastrula, o blastula, o embrione o neonato o anche di individuo sessualmente maturo (adulto) ma geneticamente incapace di un completo sviluppo cerebrale o psichico (ad esempio l'idiota). Il neonato, al pari di un feto di 8 settimane o di un embrione di 2 giorni o di un infante di sei mesi, non ha potenzialità fisiche, fisiologiche, anatomiche e biochimiche per lo sviluppo di un "pensiero ideale", non possiede una MENTE. Ma sia il neonato che il feto di 8 settimane o l'embrione di 2 giorni o l'infante di sei mesi hanno iniziato un ciclo ontogenetico che li porterà alla completa psicogenesi, alla formazione della MENTE. Perché allora considerare moralmente lecita la soppressione di un embrione di 2 giorni o di un feto di 8 settimane e moralmente illecita (infanticidio) la soppressione di un neonato o di un infante di sei mesi??? Sono tutti, a qualsiasi grado di sviluppo fisico o mentale si trovino, dei potenziali geni come anche dei potenziali idioti.
Ritenere spaventoso considerare l'embrione come un essere umano solo perché non in possesso di una MENTE compiuta (solo potenziale) è tanto spaventoso come l'idea di chi ritiene che vi siano uomini con "menti superiori" per razza, credo o genoma. E' una forma di "razzismo biologico" o di "nazismo psichico": si può (qualcuno dirà anche "si deve") sopprimere un individuo che non ha MENTE. Sta poi nelle idee dei vari individui decidere chi non ha la MENTE, o perlomeno una MENTE SUFFICIENTE, e quindi è meritevole di soppressione fisica: l'idiota, l'handicappato mentale, il negro, l'ebreo, l'ariano, il semita, il camita, lo storpio, l'analfabeta, l'afasico, il meridionale, l'occidentale, l'orientale, il nordico .. le categorie sono tante, c'è solo l'imbarazzo della scelta!!!.
Per questo meccanicistiche motivazioni ritengo che la soppressione di uno zigote umano sia pari ad un omicidio propriamente detto. Quindi la liceità dell'aborto, dell'uso di embrioni umani a fini medici sperimentali o terapeutici, della pena di morte è rimessa esclusivamente alle valutazioni che la morale della persona, della tribù, della società hanno di queste problematiche.
Così come ritengo che il razzismo non sia una questione di possedere/non possedere una MENTE, quanto piuttosto di ciò che la MENTE di un bianco pensa che la MENTE di un nero contenga/non contenga (e viceversa). E' una questione culturale. Antropologica, non biologica.
Mi ha anche colpito ciò che affermi sugli animali. Mi sembra tu pratichi una sorta di "razzismo animalista"!!!! Perché secondo te è lecito allevare polli, ovini, caprini, suini e bovini per poi ritrovarceli sulle nostre tavole, mentre non sarebbe lecito allevare cani, gatti, martore, furetti, topi muschiati, ermellini solo per ricavarne pellicce? E qualora fosse tecnicamente (ed economicamente) possibile allevare balene, panda, elefanti, tigri, rinoceronti, sarebbe moralmente lecito od illecito ricavarne fanoni, grasso, avorio, corni, pelli eccetera, atteso che non si intacca l'ecosistema originario, trattandosi di animali da allevamento? Forse che la vita di una gallina vale meno di un ara dorata? O il mus domesticus (topo domestico) può essere avvelenato liberamente perché di una razza inferiore al rat musquè? La pecora puzza più del muflone e quindi è suo naturale destino la macellazione pasquale? Penso che, qualora non si incida significativamente sull'ecosistema originario, qualunque animale possa essere ucciso, per nutrirsene (cani in estremo oriente, gatti nel vicentino), per ricavarne pelli (leopardi in africa) o anche per rispetto di credenze locali (corni di rinoceronti ed ossa di tigre in Cina). In natura vi sono cacciatori e prede. L'uomo è un animale fortunato: può fare l'allevatore di polli, di suini, di bovini, di caprini, di ovini ed altre orrende RAZZE INFERIORI, ma anche di cani, gatti, balene, delfini, tigri, elefanti e tante altra RAZZE ELETTE.
Perdona l'ulteriore logorrea ma, mi ripeto, sono argomenti che ritengo ancora più interessanti di quelli sinora trattati.
Leas